Troppe volte si punta il dito verso quel fratello o quella sorella che a proprio parere non sono "perfetti" nel loro cammino. Ma mentre il nostro dito è rivolto contro gli altri, le altre dita puntano verso di noi ricordandoci che il giudizio spetta solo a Dio.

 

È vero che nella Bibbia leggiamo che Gesù dice di non giudicare se non si vuole essere giudicati da Dio, ma la Bibbia dice anche: "Non partecipate alle opere infruttuose delle tenebre, ma piuttosto riprendetele" (Efesini 5:11).

È importante per prima cosa lo spirito e l'attitudine che abbiamo nei confronti di coloro che esaminiamo. Se giudicare significa liquidare una persona considerandola come un avversario, oppure misurare gli altri secondo il nostro metro di giustizia anziché quello stabilito da Dio, allora questo non ci è permesso.

D'altra parte, interpretare le parole di Gesù come una proibizione di costatare la realtà e di valutare, sarebbe un malinteso. In Levitico 19:17 è scritto: "Non odierai il tuo fratello in cuor tuo. Riprendi pure il tuo prossimo, ma non ti caricare di un peccato a cagione di lui". Qui si parla della riprensione fraterna che potrebbe essere applicata a chiunque, purché si è animati dall'amore e dal desiderio di poter vedere il bene dell'altro.
Esortare umilmente il prossimo al ravvedimento, non significa giudicare dando una frettolosa condanna; significa desiderare che la volontà di Dio sia fatta sulla terra come è fatta nel cielo; significa voler aiutare il prossimo ad aprire gli occhi per essere redento e godere della comunione con Dio.

Riguardo alle dottrine professate pubblicamente da organizzazioni, ordini, chiese, etc., abbiamo il dovere di essere chiari, fermi ed univoci. In questi casi non vi è pericolo di fraintendimenti, perché Gesù ha detto che molti falsi profeti verranno sotto il suo nome, che i "lupi rapaci" si travestiranno da agnelli, che non chiunque lo chiama "Signore" dimostrerà di appartenere a Lui, ma chi fa la volontà di Dio.

Quanto poi al giudizio all'interno della chiesa, da parte dei conduttori, esso è permesso per esortare a vivere in modo santo (1 Corinzi 5:9-13; cfr. anche Matteo 18:15-17, 1 Timoteo 5:19).

Questo non significa che dobbiamo diventare giudici degli altri, osservando e additando i loro sbagli, anzi dobbiamo badare prima di tutto alla nostra vita (leggi Luca 6:42), e poi esortare nell'amore del Signore quei fratelli che si conducono in modo sbagliato davanti a Dio, pregando Dio per loro (1 Giovanni 5:16, 2 Corinzi 2:5-11).

Vediamo ora gli ammonimenti che la Parola di Dio indirizza a quanti giudicano per superbia, maldicenza, ipocrisia, o spirito di parte.

Gesù disse: "Non giudicate, affinché non siate giudicati; perché con il giudizio con il quale giudicate, sarete giudicati; e con la misura con la quale misurate, sarà misurato a voi.
Perché guardi la pagliuzza che è nell'occhio di tuo fratello, mentre non scorgi la trave che è nell'occhio tuo? O, come potrai tu dire a tuo fratello: "Lascia che io ti tolga dall'occhio la pagliuzza", mentre la trave è nell'occhio tuo? Ipocrita, togli prima dal tuo occhio la trave, e allora ci vedrai bene per trarre la pagliuzza dall'occhio di tuo fratello."
(Matteo 7:1-5)

"Ciascuno di noi renderà conto di sé stesso a Dio. Smettiamo dunque di giudicarci gli uni gli altri; decidetevi piuttosto a non porre inciampo sulla via del fratello, né a essere per lui un'occasione di caduta."
(Romani 14:12,13)

"Non sparlate gli uni degli altri, fratelli."
(Giacomo 4:11)

"Il servo del Signore non deve litigare, ma deve essere mite con tutti, capace di insegnare, paziente. Deve istruire con mansuetudine gli oppositori nella speranza che Dio conceda loro di ravvedersi per riconoscere la verità, in modo che, rientrati in sé stessi, escano dal laccio del diavolo, che li aveva presi prigionieri perché facessero la sua volontà."
(2 Timoteo 2:24)

"Sbarazzandovi di ogni cattiveria, di ogni frode, dell'ipocrisia, delle invidie e di ogni maldicenza, come bambini appena nati, desiderate il puro latte spirituale, perché con esso cresciate per la salvezza, se davvero avete gustato che il Signore è buono.
Accostandovi a Lui, pietra vivente, rifiutata dagli uomini, ma davanti a Dio scelta e preziosa, anche voi, come pietre viventi, siete edificati per formare una casa spirituale, un sacerdozio santo, per offrire sacrifici spirituali, graditi a Dio per mezzo di Gesù Cristo."
(1 Pietro 2:1-5)


In breve...

Troppe volte si punta il dito verso quel fratello o quella sorella che a proprio parere non sono "perfetti" nel loro cammino. Ma mentre il nostro dito è rivolto contro gli altri, le altre dita puntano verso di noi ricordandoci che il giudizio spetta solo a Dio.
Quando tuo fratello commette un errore, non trascinarlo sul tavolo degli imputati, ma parlagli con riservatezza mediante la grazia che è in te. Non sai che una parola proferita con giudizio può uccidere una vita spirituale, che poteva essere ristabilita?
Ricordati di quando vivevi come peccatore, e sei andato a Dio. Non hai trovato uno sguardo di giudizio e di condanna, ma occhi che ti guardavano con amore. Non essere precipitoso nel trarre le tue conclusioni riguardo al prossimo, perché Dio solo conosce l'intimo del cuore e per Lui nulla è nascosto.
Se sei a conoscenza di una debolezza di tuo fratello, non diffondere dicerie sul suo conto, ciò non farebbe altro che distruggere la sua vita e indebolire il corpo di Cristo. Piuttosto prega e chiedi a Dio il giusto consiglio. Una tua iniziativa personale, non da parte di Dio, potrebbe provocare danni molto gravi.